Comunità energetiche: cosa sono e a cosa servono

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Grazie al Decreto Milleproroghe sono state introdotte anche in Italia le Comunità Energetiche rinnovabili, associazioni di persone che condividono energia proveniente da fonti rinnovabili. Vediamo nei dettagli cos'è una Comunità Energetica, quale normativa occorre rispettare per farne parte e tutti i benefici per ambiente e cittadini

Cos’è una Comunità Energetica

Una Comunità Energetica, o Energy Community identifica un insieme di persone che condividono un utilizzo dell'energia rinnovabile e pulita in modo equo. Le comunità energetiche sono forme innovative e incarnano un modello progressista basato sulla condivisione dei consumi provenienti da fonti rinnovabili, con l'obiettivo di ridurre gli sprechi energetici e di promuovere un modello energetico basato su fonti pulite. La riduzione degli sprechi può essere ottimizzata grazie all'utilizzo di piattaforme cloud di analisi ed elaborazione dei Bid Data utili alla gestione in tempo reale dei propri impianti energetici. Queste piattaforme vengono fornite da aziende come SmartDhome le quali si occupano del mondo del risparmio e dell'efficienza energetica.

Per comprendere a fondo il concetto di Energy Community occorre acquisire familiarità con il concetto Smart Grid, ovvero la digitalizzazione applicata alla rete elettrica. Con le innovazioni tecnologiche si è passati da una rete fisica centralizzata dove era solo il gestore elettrico a fornire energia, a una rete digitale decentralizzata dove è possibile la partecipazione attiva del singolo cittadino e consumatore. Attraverso la Smart Grid ognuno può diventare parte di una comunità energetica: chiunque possieda un impianto fotovoltaico connesso alla rete può condividere con altri consumer l'energia prodotta in eccesso dal suo impianto ma non ancora consumata. In questo modo ogni consumer non solo ridurrà i consumi e le bollette ma verranno abbattuti gli sprechi energetici e le emissioni di C02.

In Emilia-Romagna sono sempre di più le persone che si sono fatte avanti per la creazione di comunità energetiche rinnovabili poiché hanno capito gli enormi vantaggi che possono portare a chi ne usufruisce.

L'ARERA ha recentemente emesso una delibera che definisce e amplia i vantaggi delle comunità energetiche, consentendo una maggiore condivisione dell'energia prodotta e consumata all'interno di un gruppo di utenti. Questa pratica, nota come auto-produzione e autoconsumo, offre numerosi benefici sia per gli utenti coinvolti che per l'ambiente. Questo rappresenta un importante passo avanti per la transizione verso un sistema energetico più sostenibile e decentralizzato.

Come entrare a far parte di una Energy Community

Per far parte di una comunità energetica è necessario essere in possesso di un impianto fotovoltaico con accumulo, sia su un condominio che su una abitazione privata. Il sistema di accumulo fotovoltaico consiste in speciali batterie in grado di stoccare l'energia prodotta dai pannelli solari ma non ancora utilizzata. Grazie a un sistema di accumulo è possibile quindi sfruttare il surplus di energia e riutilizzarlo in un secondo momento, ad esempio durante le ore serali e notturne quando l'impianto fotovoltaico non è più in grado di produrre energia.

Inoltre le città possono manifestare l’interesse di entrare a far parte di una comunità energetica, proprio come ha fatto il Comune di Cerano, il quale ha pubblicato sul proprio sito internet l'avviso relativo alla manifestazione di interesse non vincolante per la costituzione di Comunità Energetiche sul territorio ceranese.

Le Energy Community in Europa: la direttiva RED

II La legislazione a livello europeo che regola le Energy Community in Europa fa riferimento alla Direttiva Europea n.2001, detta anche RED II con la quale vengono stabilite diverse norme in materia di sostenibilità energetica, ivi incluso il sostegno finanziario dedicato a fonti rinnovabili e autoconsumo. Intanto Enel afferma che il 51% dell'energia emessa nel 2021 proviene da fonti rinnovabili come riporta il giornale Ponte Adriatico.

L'energia proveniente da fonti rinnovabili è indispensabile, sia per promuovere un mercato energetico equo e sostenibile, sia per i numerosi benefici legati all'ambiente, alla salute e all'economia. Le fonti di energia rinnovabile rappresentano infatti l'alternativa sicura, pulita e potenzialmente infinita rispetto ai combustibili inquinanti tradizionali, come gas, petrolio e carbone responsabili di inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici. Le Comunità energetiche si inseriscono dunque come una realtà capace di unire uno sviluppo delle rinnovabili con una gestione a livello territoriale che ne massimizzi i benefici. Queste comunità sono già molto diffuse in diversi paesi europei, come Regno Unito, Spagna, Francia e Germania, promosse e incentivate da finanziamenti governativi, una legislazione chiara e una maggior consapevolezza ambientale da parte dei cittadini.

Anche l'Italia si è allineata alle normative europee sul tema della creazione di energia locale, adottando principi che promuovono la partecipazione della comunità nei processi di produzione, distribuzione e utilizzo dell'energia elettrica e termica.

Le Comunità Energetiche in Italia: il Decreto Milleproroghe

In merito alla normativa delle comunità energetiche in Italia si è espresso il Decreto Milleproroghe che ne acconsente la realizzazione purché si rispettino alcune condizioni:

  • Obiettivo: l'obiettivo principale di una Energy Community è quello di assicurare benefici ambientali, economici e sociali sia alla comunità che al territorio dove opera. Lo scopo della comunità non deve essere legata al profitto economico e l'autoconsumo collettivo non deve rappresentare la principale fonte di reddito per chi ne parte.
  • Accesso: la possibilità di partecipare alle comunità energetiche deve essere aperta a tutti, anche a chi non è in possesso di un impianto fotovoltaico, a patto che i punti di immissione e prelievo di energia siano ubicati su rete elettriche sottese alla stessa cabina di trasformazione
  • Impianti: Chi produce energia all'interno della community deve utilizzare un impianto con potenza complessiva inferiore a 200kW e connesso alla rete dopo il 1° marzo 2020. La condivisione deve avvenire tramite la rete distributiva esistente, anche utilizzando i sistemi di accumulo.
  • Contratto: i rapporti tra i partecipanti della comunità devono essere sanciti da un contratto di diritto privato, dove ognuno è libero di abbandonare la comunità energetica in qualunque momento, purché abbia onorato i contratti concordati.

Comunità energetiche, quali le prospettive di sviluppo Sebbene in Italia la presenza di Comunità energetiche sia ancora in fase di sviluppo, le potenzialità di mercato sono estremamente positive. Secondo le stime, nei prossimi anni, fino al 2025, potrebbero essere coinvolte nel progetto circa 200-300 mila utenze non residenziali e oltre 1 milione di utenze residenziali, con l'obiettivo di formare circa 20.000 nuove Comunità Energetiche Rinnovabili.

Come possiamo vedere nell’articolo di Imperia News, i comuni di Cervo, Villa Faraldi e Diano San Pietro, stanno organizzando assemblee pubbliche informative sul tema delle Comunità Energetiche con l’obiettivo di contribuire alla transizione energetica, ottenendo così un risparmio economico e benefici ambientali per le comunità locali.

Queste nuove comunità potrebbero portare all'installazione di oltre 3,5 GW di impianti fotovoltaici e 1,3GWh di capacità di accumulo, contribuendo da un lato a una importante riduzione delle emissioni inquinanti (- 3,6 milioni di tonnellate di C02) e dall'altro fornendo il 45% del contributo totale di rinnovabili, fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi sanciti dal Pniec in materia di rinnovabili.

É facile capire come le Comunità Energetiche rappresentino una risorsa importantissima sia a livello locale che nazionale, incentivando l'utilizzo di rinnovabili e fotovoltaico, con enormi benefici su ambiente, salute e cittadini.

Un esempio perfetto risulta essere quello della futura comunità energetica di San Potito Sannitico, dove hanno iniziato la costruzione di un mega impianto fotovoltaico per la produzione di energia di energia elettrica da fonti rinnovabili.

In base alla recente normativa, per poter usufruire dei vantaggi fiscali previsti, l'impianto deve essere di recente costruzione e avere una potenza massima di 200 kW. Inoltre, l'impianto deve essere collegato alla rete elettrica a media-bassa tensione e utilizzare la stessa cabina di trasformazione per prelevare e cedere l'energia alla rete. È importante notare che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha stanziato circa 2 miliardi di euro di aiuti per la formazione di nuove Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), mentre alcune regioni italiane hanno istituito dei fondi specifici per sostenere tali iniziative.