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Energia: la vera sfida dell'uomo

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Fonti di energia e nuove strade

"Un sostegno ai costi operativi, cioè all'elettricità che viene usata, e sostenere la domanda perché ad oggi non esiste un mercato dell'idrogeno”. Sono le parole di Gabriele Lucchesi di Edison Next. In effetti, le principali fonti per produrre energia sono quelle fossili, quali legno, carbone, petrolio, gas destinate, però, ad esaurirsi considerata anche la quantità e la velocità di consumo che ne fanno in particolare i Paesi sviluppati del mondo: un quarto della popolazione mondiale (i paesi industrializzati) consuma circa i tre quarti dell’energia prodotta sul pianeta. Ci si è accorti (per altro solo di recente) che queste fonti di energia non potranno più rappresentare l’80% dell’energia primaria, occorre cercare altre strade da seguire. Ad oggi, le energie alternative maggiormente inseguite sembrano quella delle rinnovabili e quella del nucleare, quest’ultima, però, già abbandonata in alcuni paesi, come in Italia in seguito al referendum 2011 (stesso esito si era già avuto con il referendum del 1987) o in Germania dove, in seguito alla devastante catastrofe che ha colpito il Giappone, si è giunti alla decisione di fermare tutte le centrali entro il 2022.

L’iniziale entusiasmo verso la grande innovazione tecnologica del nucleare utilizzato per produrre energia elettrica negli anni ’50, con il passare del tempo ha mostrato un atteggiamento sempre più critico soprattutto in seguito a gravi incidenti verificatisi, come quello di Chernobyl nel 1986. Possiamo dire che la storia dell’energia nucleare inizia con le scoperte intorno alla radioattività alla fine del XIX secolo, ma nasce ufficialmente nel 1934 con gli esperimenti portati avanti da un gruppo di scienziati italiani sotto la guida del fisico Enrico Fermi che nel 1942 giungerà alla realizzazione del primo reattore sperimentale – dimostrativo funzionante. Questi primi sviluppi scientifici della fisica nucleare porteranno nel corso della seconda guerra mondiale alla prima applicazione del nucleare con la costruzione della bomba atomica. Solo nella seconda metà del secolo scorso l’energia nucleare sarà considerata per applicazioni civili e per la produzione di energia elettrica attraverso la costruzione delle prime centrali nucleari il cui funzionamento si basava sul principio della fissione nucleare, lo stesso su cui si basano le attuali centrali nucleari.

Con il nucleare a fissione l’energia scaturisce dal bombardamento dell’uranio con neutroni: una piccola quantità di uranio consente di produrre un’elevata quantità di energia senza emissione di anidride carbonica, principale causa dell’effetto serra, a differenza del carbone e del petrolio. Ma esistono alcuni aspetti che ancora non trovano valide soluzioni. In primo luogo la produzione di scorie ad altissima radioattività il cui decadimento richiede migliaia di anni, quindi, periodi lunghissimi e , ad oggi, nessun paese al mondo è giunto ad una soluzione definitiva di stoccaggio. Inoltre, l’uranio è un bene “limitato” proprio come il petrolio: non esistono stime ufficiali sull’estrazione annuale di questo minerale la cui crescente richiesta potrebbe rendere l’estrazione stessa talmente cara da doverci rinunciare.

E ancora, il rischio di incidenti con le loro drammatiche conseguenze: non si può fare a meno di pensare a Chernobyl o Fukushima. Non ultimo i costi elevati del nucleare fin dalla realizzazione degli impianti a cui vanno aggiunti i costi militari per garantire la sicurezza dagli attentati terroristici ed i costi per lo smantellamento della centrale al termine della sua attività: tutti costi che alla fine si traducono in costi sociali.

La fusione nucleare

Ci sarà un ritorno al nucleare in Italia nel 2030?

La vera sfida del terzo millennio può considerarsi la fusione nucleare che consiste nel fondere due nuclei leggeri per formarne uno pesante: il processo è analogo a quello che avviene nelle stelle. Dalla fusione nucleare si ottiene un’enorme quantità di energia che risulta maggiore di quella della fissione nucleare e, soprattutto, è un’energia pura, ovvero il 90% delle scorie ha una bassa radioattività che si esaurisce in poche decine di anni. Si riducono, inoltre, i rischi di esplosioni devastanti: in caso di perdita di controllo, il reattore a fusione tenderà a raffreddarsi arrestando spontaneamente il processo di fusione.

Gli elementi più idonei per la fusione sono gli isotopi dell’idrogeno, elemento che sul nostro pianeta si può trovare facilmente e con costi minimi (si pensi al mare). Per fa si che la fusione avvenga, però, occorrono temperature altissime, circa cento milioni di gradi. Il problema è che nessun materiale può resistere a queste temperature e negli ultimi anni si è cercato di intrappolare i nuclei all’interno di campi magnetici molto molto potenti. Per ottenere grandi campi magnetici occorre un’energia molto elevata. Finora, negli esperimenti effettuati, l’energia prodotta non ha compensato quella necessaria per produrla. La scienza ha, quindi, un problema di non poco conto da risolvere per consentire una concreta applicazione della fusione nucleare e quanto tempo occorra non lo possiamo sapere.

Nel frattempo, allora, dobbiamo rivolgere lo sguardo ad altri modi, più puliti e razionali per produrre energia, abbandonando il percorso intrapeso. L’attuale stile di vita che impone, soprattutto nei Paesi del Nord del mondo, consumi sempre più alti, ci pone di fronte a uno scenario sempre più allarmante: sfruttamento senza limiti delle risorse ambientali, utilizzo di fonti fossili responsabili dell’incremento di gas ad effetto serra e dell’inarrestabile inquinamento degli ecosistemi mondiali, l’utilizzo di fonti di energia che possono comportare rischi gravissimi. Volendo e dovendo dare un futuro all’attuale progresso, una vita dignitosa a noi attuali abitanti della Terra e a coloro che la abiteranno domani, occorre agire in maniera risoluta ed a livello globlale, mobilitando cittadini e responsabili politici a sostegno di una vera e propria rivoluzione energetica fondata sul risparmio energetico e sull’utilizzo di energie rinnovabili.

Le fonti di energia rinnovabili, quali il solare, il fotovoltaico, l’eolico, le biomasse, sono ambientalmente pulite ed economicamente convenienti, soprattutto se si considera il minor impatto sull’ambiente. Si formano spontaneamente in un tempo minore di quello impiegato per consumarle. Ma la fonte di energia pulita per eccellenza è quella che si potrebbe ottenere dal suo risparmio. L’obiettivo prioritario è ridurre il consumo di energia e prevenirne gli sprechi, anche grazie ad una promozione di informazione ed un’educazione ambientale che possa portare ad un cambiamento delle abitudini.

Le fonti rinnovabili nelle regioni italiane

La regione che più contribuisce alla crescita delle fonti rinnovabili in Italia è la Lombardia, dove le installazioni sono in grado di produrre oltre 8 mila MW di energia rinnovabile (di cui 5 mila MW di energia idroelettrica, circa 2.300 MW dal fotovoltaico e circa mille MW di bioenergie). Segue la Puglia, poi il Piemonte (con circa 4.8 MW). Sia in Sicilia che in Veneto, invece, le installazioni sono in grado di produrre circa 3.500 MW.
La Sicilia è in cima all’interesse di chi vuole investire in rinnovabili per molte ragioni: è ricca di sole, di vento e di terreni disponibili. Il rapporto di Legambiente “Comunità rinnovabili 2020” cita alcuni progetti virtuosi che hanno sede proprio nell’Isola, finanziati dalla Regione siciliana.

Per tutte le notizie legate all’ambiente in Sicilia, consulta Sicilians.it.

La sfida per il futuro in Italia entro il 2050, sarà quella di destinare l'80% della produzione elettrica a fonti pulite e rinnovabili. In questo modo le emissioni di gas serra crollerebbero dell'85% e potremmo finalmente avere un mondo migliore dove vivere. Insomma, dobbiamo riuscire nel giro di 30 anni a emettere non più anidride carbonica di quanta l’atmosfera sia in grado di assorbirne. La realizzazione di questo obiettivo passa soprattutto dal contributo delle Energie rinnovabili. L'Italia è uno dei Paesi europei leader nell'utilizzo e nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Fondamentale sarà quindi una continua promozione e implementazione della produzione di energia da tali fonti, nel nostro Paese. Se anche tu vuoi dare un contributo al pianeta, ma soprattutto vuoi ottenere un cospicuo risparmio in bolletta, puoi rivolgerti agli specialisti del fotovoltaico dell'azienda Humatronica che operano nelle regioni Lazio, Marche e Abbruzzo, che sapranno consigliarti la migliore soluzione per le tue esigenze.

La Direttiva della Comunità Europea

In tal senso anche l’ultima Direttiva della Comunità Europea che, dopo aver valutato positivamente i progressi nel taglio delle emissioni di gas serra e nell’incremento di produzione energetica da fonti rinnovabili, sostiene che senza una inversione di tendenza nel campo dei consumi di energia, sarebbe impossibile raggiungere gli obiettivi del 20-20-20 (riduzione del 20% dei consumi energetici entro il 2020).

In effetti, le possibilità di riduzione esistenti sono notevoli, in particolare nei settori ad elevato consumo di energia, quale il settore dell’industrie manifatturiere, della conversione dell’energia, dei trasporti e non ultimo quello dell’edilizia, basti pensare che quasi il 40% del consumo finale di energia è assorbito da case, uffici pubblici e privati, negozi ed altri edifici e che solo nelle abitazioni residenziali i due terzi di tale percentuale sono utilizzati per il riscaldamento di ambienti.

Non si tratta di una missione impossibile: esistono soluzioni e tecniche per risanare energeticamente gli edifici esistenti che permettono di impiegare meno energia a parità di comfort, mentre, per gli edifici di nuova costruzione occorre orientarsi verso uno standard che non necessita più o quasi più di energia ossia verso edifici ad energia zero o quasi zero come indicato, del resto, dalla stessa Comunità Europea: entro il 31-12-2020 tutti i nuovi edifici dovranno avere i requisiti previsti per gli “edifici a energia quasi zero”.

Se desideri una casa efficiente e riduzione dei costi delle bollette, affidati a degli specialisti dell'efficienza energetica come Alternativa Impianti.