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Enea Frascati, intervista al responsabile DTT Flavio Crisanti

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Frascati, comune alle porte di Roma, si prepara alle attività che porteranno alla realizzazione del DTT (Divertor Tokamak Test facility). Ma alla decisione di Enea, gli esclusi non ci stanno. Abbiamo intervistato il Responsabile Progetto DTT Enea Flavio Crisanti: “Frascati? Scelta oggettiva”.

Buongiorno Dott. Crisanti, innanzitutto partiamo dall’inizio. In che cosa consiste il progetto DTT?

crisanti

Il Divertor Tokamak Test facility è un dispositivo sperimentale nell’ambito della ricerca sul nucleare in vista della realizzazione di un impianto dimostrativo (DEMO). Parliamo di una centrale nucleare a fusione in grado di fornire energia elettrica alla rete dopo il 2050. Una delle principali sfide per realizzare questo futuro prototipo di reattore è il problema dei carichi termici sul divertore. Per questo motivo, il DTT deve avere la flessibilità opportuna di studiare, effettuando esperimenti in scala, con plasmi rilevanti per il reattore (in termini di densità e temperature) le fasi complesse del processo di fusione. Un esperimento per studiare come il problema del power exhaust, integrando fisica e tecnologia.

Questo segna una svolta nel mondo energetico rispetto alla produzione di energia da fissione…

La produzione di energia da fusione è sempre energia nucleare, ma anche l’energia solare è nucleare. Quando si parla di energia nucleare si parla di un mondo vasto, però l’energia da fissione e quella da fusione sono agli antipodi. La prima non esiste in natura, mentre la seconda sì. Le stelle sono energia da fusione. Anche per quanto riguarda l’impatto ambientale ci sono delle differenze. La principale criticità legata alla produzione di energia nucleare da fissione è la produzione di scorie radioattive e lo smaltimento di queste. Nel nostro caso, con l’energia nucleare da fusione il nostro combustibile è l’idrogeno (uno degli elementi più diffusi nell’Universo, presente anche nell’acqua) e l’elemento che viene prodotto è l’elio, quindi non vengono prodotte scorie radioattive. Poi, nella fusione, a differenza della fissione, è impossibile scatenare una reazione a catena.

Lo scorso 4 aprile il Consiglio di Amministrazione Enea ha approvato la Relazione conclusiva con la graduatoria dei nove siti candidati per ospitare il DTT (Divertor Tokamak Test facility). Il punteggio più alto è stato assegnato alla città di Frascati. Ma alcune regioni hanno rivendicato la sede DTT…

Ci sono state delle proteste da parte di 4 regioni: Puglia, Abruzzo, Emilia-Romagna e Toscana per la graduatoria della Commissione di Valutazione. Io, da membro della Commissione, posso dire che siamo stati onesti ed oggettivi, ci siamo basati sui criteri Enea per valutare le proposte. La relazione e la graduatoria sono state rese pubbliche sul sito dell’Enea. Ho dei dubbi che il CDA Enea proceda al riesame della valutazione perché il lavoro della Commissione è solido, se qualcuno volesse contestarlo si troverebbe di fronte a dei dati oggettivi. In base ai criteri stabiliti e ai documenti consegnati dalle regioni abbiamo realizzato la graduatoria. Siamo stati attenti nel valutare le località, abbiamo girato l’Italia e abbiamo parlato con tutte le Regioni.

Ho letto che Frascati aveva già un Tokamak nel ‘77…. In quegli anni c’è stato un punto di svolta nella conoscenza scientifica che ha consentito di realizzare le cosiddette configurazioni Tokamak. Parliamo dei primi esperimenti che hanno aperto la strada alla ricerca sulla fusione. Oggi, attraverso questo studio complesso si possono aprire diverse porte nell’ambito della conoscenza. Tramite la ricerca sulla fusione, c’è un indotto enorme in tantissimi settori.

Quando inizieranno i lavori per il progetto DTT? I lavori per l’avvio del DTT inizieranno a novembre 2018, Enea già sta assumendo personale. Nel prossimo biennio saranno assunte circa 250 persone. In totale saranno coinvolte 1500 persone, di cui 500 direttamente e 1000 nell’indotto, con un ritorno stimato di 2 miliardi di euro.  

A cosa mira la ricerca sulla fusione? La ricerca sulla fusione è un programma mondiale. Man mano che si andrà avanti nel mondo il problema energetico diventerà sempre più pressante. Bisogna pensare ai tempi lunghi, i problemi dell’energia non sono quelli di domani ma quelli tra 200 anni quando non ci saranno più combustibili fossili per produrre energia. La produzione di energia nucleare da fusione rappresenta la soluzione ai problemi del domani. L’energia da fusione è sicura, inesauribile e sostenibile per l’ambiente.