Ho installato un nuovo impianto di riscaldamento/condizionamento, ma il risparmio in bolletta è minimo: ho sbagliato qualcosa?

Hai deciso di installare un nuovo impianto di riscaldamento o condizionamento per abbattere i costi in bolletta.
Magari hai optato per una pompa di calore, una caldaia a condensazione o un climatizzatore ad alta efficienza.
Ti aspettavi un taglio netto ai consumi, ma dopo qualche mese la situazione non è cambiata come speravi. Dove sta il problema?
Questo è un errore più comune di quanto si pensi. Molti credono che sostituire un impianto obsoleto con uno più moderno sia sufficiente per ottenere un risparmio immediato.
In realtà, l’efficientamento di qualsiasi sistema dipende non solo dalle sue prestazioni, ma anche da quanto calore la casa riesce a trattenere.
Se le pareti disperdono calore in inverno e trattengono troppo caldo d’estate, il nuovo impianto dovrà lavorare molto più del necessario per mantenere la temperatura desiderata.
Il risultato? Consumi ancora elevati e risparmi minimi.
Invece di concentrarsi solo sulla tecnologia dell’impianto, bisognerebbe chiedersi: la mia casa è ben isolata?
L’errore più comune: migliorare l’impianto senza isolare la casa
Immagina di acquistare un’auto nuova e super efficiente, ma di lasciare i finestrini sempre aperti. Per quanto il motore sia potente e poco dispendioso, continuerai a consumare carburante inutilmente.
Con la tua casa accade lo stesso: se non è ben isolata, anche il miglior impianto di riscaldamento o raffrescamento sarà costretto a lavorare più del dovuto, vanificando i benefici dell’investimento.
Facciamo un esempio concreto. Hai installato una pompa di calore ad alta efficienza, pensando che bastasse per ridurre la bolletta. Nei primi giorni tutto sembra funzionare alla grande, la casa si scalda rapidamente.
Ma dopo un po’, noti che la temperatura interna scende velocemente non appena spegni l’impianto.
Risultato? Sei costretto a tenerlo acceso più a lungo, con un consumo energetico ben superiore alle aspettative.
Oppure, in estate, hai installato un nuovo climatizzatore e ti aspetti di passare giornate fresche con un consumo ridotto.
Ma appena lo spegni, la casa torna a essere un forno. Il motivo è semplice: il caldo esterno entra facilmente attraverso pareti e tetto, mentre il fresco prodotto dal condizionatore si disperde in poco tempo. Anche in questo caso, il risparmio in bolletta sarà minimo.
Per questo motivo, quando si parla di energia per la tua casa, è fondamentale considerare non solo l’efficienza degli impianti, ma anche la capacità dell’edificio di trattenere il calore in inverno e il fresco in estate. Senza un adeguato isolamento, il consumo energetico resterà elevato e i benefici del nuovo impianto saranno limitati.
L’isolamento termico è ciò che permette agli impianti di lavorare nel modo più efficiente possibile.
Se la tua casa disperde calore d’inverno e ne assorbe troppo d’estate, l’unico effetto del nuovo impianto sarà quello di funzionare più a lungo, con costi energetici che restano molto simili a prima.
Quanto incide la dispersione termica sui consumi?
La dispersione termica rappresenta una delle principali cause di inefficienza energetica nelle abitazioni, influenzando significativamente i consumi e, di conseguenza, le bollette.
Comprendere come e dove avvengono queste perdite di calore è fondamentale per adottare le giuste misure correttive.
Dove si verificano le principali dispersioni termiche?
- Pareti perimetrali: In edifici non adeguatamente isolati, le pareti esterne possono essere responsabili di circa il 65-70% delle perdite totali di calore. Questo accade perché materiali con scarse proprietà isolanti permettono al calore interno di fuoriuscire facilmente.
- Finestre e infissi: Le superfici vetrate e gli infissi non performanti contribuiscono a circa il 15-20% delle dispersioni. Vetri singoli o telai non isolati facilitano il passaggio del calore verso l'esterno.
- Cassonetti delle tapparelle e termosifoni incassati: Questi elementi, se non correttamente isolati, possono causare ulteriori perdite, incidendo per un ulteriore 10-15% sulle dispersioni totali.
Esempio pratico
Consideriamo una famiglia che vive in un appartamento di 100 metri quadrati in una zona climatica temperata. Secondo stime recenti, la spesa media annua per il riscaldamento si aggira intorno ai 1.144 euro.
Se l'abitazione presenta le dispersioni termiche tipiche sopra descritte, le perdite possono essere così suddivise:
- Pareti perimetrali (65%): 0,65 × 1.144 € = 743,60 €
- Finestre e infissi (15%): 0,15 × 1.144 € = 171,60 €
- Altre dispersioni (20%): 0,20 × 1.144 € = 228,80 €
In totale, la famiglia potrebbe perdere annualmente circa 1.144 € a causa della scarsa efficienza energetica dell'abitazione.
Come capire se la tua casa disperde energia?
Se hai notato che la tua bolletta resta alta nonostante il nuovo impianto di riscaldamento o raffrescamento, il problema potrebbe essere la dispersione termica. Ma come fare a capire se la tua casa sta sprecando energia?
Ecco alcuni segnali chiari da tenere d’occhio:
- La temperatura interna varia troppo rapidamente
- In inverno, la casa si raffredda subito dopo aver spento il riscaldamento.
- In estate, il fresco del condizionatore dura pochi minuti prima che il caldo torni a farsi sentire.
- Alcune stanze sono più fredde o più calde di altre
- Se certe stanze restano molto più fredde d’inverno o più calde d’estate rispetto al resto della casa, significa che le pareti non sono omogeneamente isolate.
- Questo succede spesso negli angoli dell’edificio, nelle stanze esposte a nord o nelle case con intercapedini vuote.
- Spifferi e correnti d’aria anche con finestre chiuse
- Se senti aria fredda o calda passare vicino a infissi, porte o prese elettriche, significa che la tua casa non è sigillata correttamente.
- Anche se hai cambiato gli infissi, le pareti possono comunque essere il punto debole dell’isolamento.
- Muffa o condensa sulle pareti
- La formazione di macchie scure agli angoli delle stanze o dietro i mobili è un segnale di ponti termici, ovvero zone della parete più fredde che attirano l’umidità.
- Anche la condensa sui vetri indica un cattivo equilibrio termico.
- Bollette elevate e consumo energetico fuori controllo
- Se il costo dell’energia resta alto nonostante il nuovo impianto, è probabile che gran parte del calore venga disperso.
- Se i termosifoni o il condizionatore devono stare accesi per molte ore al giorno, significa che l’isolamento non è sufficiente.
Soluzione rapida: Se riconosci uno o più di questi problemi, una diagnosi termografica con una telecamera a infrarossi può individuare le aree esatte di dispersione e aiutarti a capire dove intervenire.
Soluzioni pratiche per migliorare l’efficienza energetica
Se hai individuato che la tua casa disperde energia, la buona notizia è che esistono diverse soluzioni per risolvere il problema. Non tutte, però, hanno lo stesso impatto sui consumi, né richiedono lo stesso investimento.
Vediamo quali interventi possono aiutarti a ridurre la dispersione termica e migliorare l’efficienza energetica.
1. Insufflaggio delle pareti: il miglior compromesso tra efficacia e costo
L’insufflaggio delle pareti è una delle soluzioni più rapide ed economiche per migliorare l’isolamento termico senza dover affrontare lavori invasivi.
Si tratta di un intervento che consiste nel riempire le intercapedini vuote delle pareti con materiali isolanti, come schiume espanse termoisolanti, riducendo drasticamente le dispersioni di calore.
Perché è una scelta vantaggiosa?
- Intervento veloce: si realizza in poche ore, senza bisogno di traslochi o opere murarie complesse.
- Costo contenuto: rispetto a un cappotto termico, l’insufflaggio richiede un investimento molto inferiore.
- Miglioramento immediato: già dopo l’intervento, noterai una riduzione delle escursioni termiche in casa.
2. Cappotto termico: soluzione efficace, ma con costi e lavori più impegnativi
Il cappotto termico è la scelta migliore se si vuole un isolamento completo e strutturale. Viene applicato sull’esterno dell’edificio e consente di migliorare la classe energetica dell’immobile in modo significativo.
Tuttavia, presenta alcuni svantaggi:
- Costo elevato: può essere fino a quattro volte più costoso dell’insufflaggio.
- Tempi lunghi: i lavori possono durare settimane o mesi e richiedono permessi.
- Non sempre fattibile: in edifici storici o vincolati, il cappotto può non essere un’opzione praticabile.
3. Altri interventi di supporto
Se l’obiettivo è un isolamento efficace, l’insufflaggio può essere combinato con:
- Sostituzione degli infissi, utile se il problema sono spifferi e vetrate poco isolanti.
Ventilazione Meccanica Controllata (VMC), per ridurre la formazione di muffa causata dai ponti termici.