Quanto costa l'energia elettrica in Europa?
Il prezzo dell'energia elettrica varia considerevolmente da uno Stato all'altro. Anche se i combustibili fossili vengono commercializzati nel mercato globale a prezzi abbastanza uniformi, possiamo vedere che esiste una maggiore differenza tra i paesi UE per quanto riguarda il costo dell’energia.
I prezzi per gli utenti domestici
Secondo l’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, per i consumatori domestici - con un consumo annuo tra 2500 kWh e meno di 5000 kWh - i paesi UE con i prezzi più elevati nel secondo semestre 2016 sono stati Danimarca (0,31 euro per kWh), Germania (0,30 euro per kWh) e Belgio (0,28 euro per kWh). Inoltre, la Danimarca risulta essere il Paese con la tassazione più alta dell’energia elettrica: il prezzo finale era costituito per il 68% da imposte e oneri. Al contrario Malta, sempre nel secondo semestre del 2016, ha registrato la tassazione più bassa: la quota delle imposte e degli oneri sul prezzo totale al dettaglio dell’energia elettrica era del 4,8%.
Intanto in Italia ci apprestiamo a vivere un nuovo rincaro della bolletta della luce dopo il leggero aumento già registrato nei mesi precedenti.
Per informazioni utili relative al caro energia è possibile consultare il giornale Voce di Popolo che offre importanti articoli al riguardo.
- I paesi più cari in tema di energia elettrica sono:
- Danimarca
- Germania
- Belgio
Dove costa meno l’energia elettrica?
I paesi UE che nel secondo semestre del 2016 hanno riportato un prezzo dell’energia più basso sono:
- Bulgaria (0,09 per kWh)
- Ungheria (0,11 euro per kWh)
- Lituania (0,12 euro per kWh)
Pensate che in Bulgaria il costo dell’energia elettrica per le utenze domestiche nel 2016 era di tre volte inferiore a quello della Danimarca e della Svezia. Negli Stati Membri dell’UE, dal 2010 al 2016, i prezzi dell’energia elettrica per gli utenti domestici sono cresciuti costantemente. In Belgio, tra il secondo semestre del 2015 e il secondo semestre del 2016, si è verificato l’aumento di prezzo - comprensivo di tutte le imposte e l’IVA - piú consistente (16,7%). Mentre, nello stesso periodo di riferimento, il prezzo dell’energia per le utenze domestiche è diminuito considerevolmente nei Paesi Bassi ( -13,8%) e a Cipro ( -11,8%).
L’analisi Eurostat riporta che Il prezzo europeo medio relativo ai consumi elettrici ammontava a 0,205 euro per kWh.
Il prezzo dell’energia elettrica in Italia
Il prezzo dell’energia elettrica è influenzato dal prezzo dei combustibili primari e dal costo dei certificati relativi alle emissioni di anidride carbonica. Per evitare l’aumento dei prezzi dell’energia, l’Italia dovrebbe usare in modo piú efficiente l’energia e diminuire la dipendenza da combustibili fossili. In Europa l’approvvigionamento delle fonti energetiche primarie proviene da Paesi extra-europei: nel 2016 l’Italia ha importato circa il 77% del suo fabbisogno energetico.
Secondo lo studio della società RSE (Ricerca sul Sistema Energetico) sui costi nel mercato dell’energia, la bolletta dell’energia aumenterà in futuro (con orizzonte 2030). In particolare, per la bolletta della luce si prevede un incremento del:
- Costo dei servizi di trasmissione e distribuzione
- Costo della spesa per l’energia
Solo nel 2004 un kWh aveva un costo di 0,12 euro, oggi un kWh si aggira intorno ai 0,21 euro. In generale, il rialzo è dovuto all’aumento delle spese per l’energia, che comprendono i costi per la materia prima, e degli oneri generali di sistema. Bisogna ricordare che anche la chiusura delle centrali nucleari in Francia (2017) ha causato l’aumento delle bollette.
In attuazione del protocollo Kyoto è stato istituito il Sistema Europeo di Scambio di Quote di Emissione (direttiva 2003/87/CE) per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nei settori energivori. L’EU ETS regolamenta il cap&trade in Europa per il settore della produzione di energia elettrica e termica, ossia:
- Fissa un tetto massimo (cap) al livello complessivo delle emissioni consentite ai soggetti vincolati
- Consente ai soggetti interessati di acquistare e vendere sul mercato (trade) diritti a emettere CO2, rispettando il limite stabilito.
Per adempiere agli obblighi dell’EU ETS, in Italia il Gestore Servizi Energetici (GSE) si occupa di collocare le quote di emissione sulla piattaforma comune europea che raccoglie le quote di 25 Stati. Questo sistema funziona tramite le aste CO2.
A causa del conflitto tra Russia e Ucraina, molte imprese si sono trovate ad affrontare il problema dell'aumento dei costi energetici. Nella regione della Sicilia, la Giunta regionale ha approvato un aumento dell'aliquota del contributo energetico passando così dal 30% al 100%. Tale decisione è stata presa con l'obiettivo di fornire sostegno alle imprese locali nel contrastare l'impatto dell'aumento dei costi energetici.
Il mercato europeo dell’energia elettrica
Il mercato europeo dell’elettricità già a partire dagli anni ‘90 ha subito numerose riforme, unificazioni, interconnessioni. Il processo di liberalizzazione attuato dai singoli stati europei ha avuto un andamento e una convergenza simile.
L’obiettivo di queste sinergie tra i singoli paesi sta nel convergere in un unico mercato europeo dell’elettricità dove le energie rinnovabili (eolica, solare) siano al centro del processo produttivo. Non solo.
Le energie rinnovabili, oltre a strizzare un occhio all'ambiente, aiutano i consumatori a metter sempre meno mano al portafogli. Sono una grande risorsa in termini di risparmio, da tenere assolutamente in considerazione in questo periodo segnato da forti rincari circa i prezzi dell'energia.
A tal proposito, i governi stanno cercando soluzioni plausibili ed efficaci circa il contenimento di tali aumenti. Non a caso la Commissione europea ha varato una serie di misure per contenere l’aumento della bolletta energetica.
La fine dei monopoli integrati verticalmente
In molti paesi europei l’avvento di alcune leggi ha portato alla disgregazione di monopoli che negli anni erano delle realtà consolidate. In Francia con Électricité de France EDF, EnBW Energie Baden-Württemberg EnbW in Germania, in Italia con l'Ente nazionale per l'energia elettrica (ENEL) ed in Spagna con Endesa.
Le fasi del processo
La prima fase del processo di liberalizzazione del mercato europeo dell’elettricità consiste nella separazione delle varie attività. La produzione è la prima fase aperta alla concorrenza. Trasporto e distribuzione vengono legalmente separati in un monopolio naturale che ha il compito di rendere le reti pubbliche direttamente disponibili ai fornitori senza fare discriminazioni. In questo modo l’offerta, in maniera graduale, viene aperta alla concorrenza.
Apertura graduale della fornitura alla concorrenza. Innanzitutto si rifornisce a consumatori molto grandi che sono direttamente collegati alla rete ad alta tensione. La fase successiva è quella di fornire alle aziende ed infine ai clienti residenziali. Dal 1 Gennaio 2014 si è avuta una piena liberalizzazione in tutta l’Europa occidentale. In paesi come Francia, Italia e Spagna c’è ancora un problema di tariffe regolamentate che persiste e che determina una limitazione della concorrenza. Il mercato tutelato però risulta essere destinato a scomparire nel 2019 a favore di un mercato libero.
Lo sviluppo delle energie rinnovabili nel mercato europeo dell’energia elettrica.
Un obiettivo comune per gli stati europei è legato agli obiettivi in materia di energia sostenibile. Per il 2020 l’Unione europea ha come obiettivo quello di ottenere almeno il 20% dell’energia direttamente dalle fonti rinnovabili. Stime che aumentano per quanto riguarda gli obiettivi 2030 (27%). Inoltre verranno stabilite delle strategie per migliorare l’efficienza energetica del 20% nel 2020 e del 27-30% per il 2030.