I costi dello Smart Working
Come ottimizzare le spese in regime di telelavoro anche se sei dipendente pubblico.
Durante l’emergenza Corona Virus il ricorso obbligato allo Smart Working ha modificato non solo le metodologie del lavoro ma ha inciso anche su costi e consumi ad esso collegate; gli smartworkers, dovendo prolungare gli orari di accensione dei dispositivi necessari a svolgere l’attività da remoto, hanno di fatto aumentato i loro consumi energetici: luce, corrente elettrica, connessione internet e, con l’inizio della bella stagione, l’utilizzo prolungato degli impianti di climatizzazione sono gravati sui costi in bolletta e di conseguenza sugli stipendi degli italiani.
Se si considera, inoltre, che alle aumentate spese delle utenze vanno spesso ad aggiungersi quelle di acquisto di devices performanti, quali pc, tablet, connessione di backup ed eventuali altre app dedicate alla gestione dei workflow, l’emergenza sanitaria oltre che un cambiamento di metodi lavorativi ha richiesto alle famiglie anche una nuova organizzazione economica. Adottando questo nuovo tipo di approccio al lavoro sono stati dispensati diversi consigli per fare Smart Working e poterlo sfruttare al meglio.
I dipendenti pubblici, ancor meno abituati al lavoro a distanza rispetto ai liberi professionisti e agli impiegati privati, sono stati quelli più coinvolti dalle novità dovute a questo nuovo assetto lavorativo, trovandosi ad affrontare una realtà inaspettata che li ha messi di fronte all’improvvisa necessità di avere una strumentazione adatta per dar vita a una workstation idonea e performante. Un’indagine del Forum PA-società che si occupa dI progetti d’ innovazione nell’ambito della Pubblica Amministrazione- ha rilevato che il lavoro agile rimarrà in atto a lungo, a prescindere dall’emergenza pare infatti che circa il 60% dei dipendenti pubblici continuerà a lavorare in regime di telelavoro, usufruendo dei vantaggi che questo comporta, sopratutto per quel che riguarda la qualità della vita privata, ma anche continuando a fronteggiare le insidie che lo Smart Working nasconde: non solo costi in bolletta e spese tecnologiche in aumento ma anche assenza di concentrazione, dovuta alla mancanza di un vero e proprio luogo deputato a lavoro e carenza di tutela assicurativa, senza dimenticare il diritto alla disconnessione, sempre più minato dall’iperconnessione a cui siamo abituati e talvolta involontariamente obbligati tutti. Insomma, l’ormai caro Smart Working se mal organizzato rischia di diventare fattore di carovita in tutti sensi, eppure le soluzioni per prevenire questo scenario ci sono. Un buon compromesso per tutelare dipendenti e azienda è ricorrere alle convenzione con business center, hub e coworking, tutte strutture in grado di garantire la sicurezza dei luoghi e degli strumenti di lavoro, spazi in cui i dipendenti riescono ad assicurare la continuità e la qualità di connessione e grazie ai quali si è in grado di ottimizzare i costi dell’utenze e della strumentazione necessaria. Il Tamarìn Business Center è tra i primi centro uffici del sud Italia ad aver messo a punto delle tariffe agevolate dedicate ai dipendenti della P.A, permettendo ai lavoratori statali di svincolarsi dall’acquisto della strumentazione e delle utenze necessarie a svolgere correttamente il proprio lavoro, grazie a soluzioni all inclusive. Mettendo a disposizione workstation, fibra internet super fast e dotazione PC, il centro uffici Tamarìn assicura un ambiente di lavoro sicuro, agile flessibile e a misura di smartworkers.