La riforma tariffaria dell'elettricità
Con la riforma tariffaria si dice addio alla vecchia struttura progressiva della bolletta luce. Da gennaio 2020 non esistono più prezzi diversi in base agli scaglioni di consumo. Che cosa è cambiato per i consumatori?
La riforma tariffaria
La riforma tariffaria è stata attuata dall’Authority per l’Energia come previsto dalla legge 96/2013 e dal decreto legislativo n.104 del 4 luglio 2014, nel rispetto della direttiva europea 2012/27/UE.
Tale riforma è stata avviata nel 2016 per rendere i consumi elettrici più efficienti ed evitare di penalizzare i consumatori con consumi più elevati, soprattutto le famiglie numerose.
Gennaio 2016: | Primo intervento sulle tariffe per il trasporto e la gestione del contatore |
Gennaio 2018: | Applicazione della tariffa non progressiva per il trasporto e la gestione del contatore |
Gennaio 2020: | Stop alla tariffa progressiva per gli oneri di sistema |
Parliamo di modifiche riguardanti 2 voci delle 4 presenti in bolletta. L’ultima fase doveva avvenire a gennaio 2018 ma l’Autorità per l’Energia per evitare esborsi eccessivi da parte dei clienti domestici, che già avevano subito rincari in bolletta per i nuovi sgravi agli energivori, ha deciso di rinviarla di un anno.
Cosa sono gli sgravi agli energivori? Dal 1º gennaio 2018 sono attive le agevolazioni per le imprese manifatturiere energivore. Il 21 dicembre 2017 il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha firmato il decreto ministeriale che consente di ridurre il costo dell'elettricità per queste tipologie. Lo scopo, grazie anche al piano Industria 4.0, è quello di recuperare la competitività del settore industriale e favorire la crescita del Made in Italy.
Le voci della bolletta della luce
Le voci della bolletta 2.0 sono 4:
- Spesa per la materia prima
- Spesa per il trasporto e la gestione del contatore
- Oneri generali di sistema
- Imposte
Nel 2017 le tariffe D1, D2, D3 sono state sostituite dalla nuova tariffa di distribuzione TD. La riforma della struttura tariffaria degli oneri di sistema, invece, per il momento rimane invariata con la distinzione tra clienti residenti e non.
La tariffa D1 era stata introdotta nel 2014 per i clienti domestici con consumi ridotti che utilizzavano la pompa di calore elettrica come unico sistema di riscaldamento.
La spesa per il trasporto e la gestione del contatore comprende i costi per le attività di trasmissione dell’energia sulle reti nazionali, di distribuzione e della gestione del contatore. Il costo dei servizi di rete è stabilito dall’Autorità per l’Energia e comprende una quota fissa, una quota potenza e una quota energia.
Gli oneri di sistema servono a coprire tutte gli incentivi e operazioni dello stato in ambito energetico, come i costi per lo smantellamento delle centrali dismesse.
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Le conseguenze della riforma tariffaria
La riforma tariffaria promuove l’utilizzo di energie rinnovabili e soprattutto rende più chiara e trasparente la bolletta. Da gennaio 2020, è stata completata la riforma della tariffa, che ha eliminato la vecchia struttura progressiva della bolletta luce. Non esistono più prezzi diversi in base agli scaglioni di consumo. In particolare, la tariffa della bolletta è sempre divisa in quote variabili (75%) kWh di energia prelevata, e quote fisse (25%) per punto e per kW di potenza impegnata che non dipendono dai consumi. Per i clienti domestici residenti, rimane l'agevolazione riguardo le accise (non applicate fino a 1800 kWh). Cresce, invece, il peso della quota fissa della tariffa per il trasporto dell'energia e la gestione del contatore.
Per le famiglie non residenti si verifica un aumento del peso della quota fissa sia delle spese di trasporto, gestione contatore sia degli oneri di sistema.
Dato che le tariffe non dipendono più dai consumi, le famiglie numerose (con una potenza impegnata maggiore ai 3 kW) non sono più sfavorite. Per ridurre la bolletta della luce, si possono utilizzare sistemi più efficienti dal punto di vista energetico come la pompa a calore.
La tariffa progressiva
Cos’è la tariffa progressiva? Con la tariffa progressiva il prezzo unitario di un kWh aumenta al crescere dei consumi. Questo sistema tariffario venne applicato dai Paesi europei dopo la crisi petrolifera per ridurre i consumi energetici ed evitare gli sprechi. In Italia dopo gli anni ‘70 si applicò la progressività della tariffa ai clienti tutelati e liberi, a favore dei consumatori con consumi ridotti.
La tariffa progressiva produce iniquità a discapito dei nuclei familiari numerosi con problemi economici e favorisce, invece, i single e le coppie. Inoltre, scoraggia l’uso di elettrodomestici elettrici seppur con un’elevata classe energetica.
L’Italia non era l’unica con questo sistema tariffario: Giappone, California, Cina, Corea del Sud e Belgio applicano la tariffa progressiva.