Come tornare in Enel Servizio Elettrico Nazionale
Chiunque si trovi nel mercato libero dell’energia a seguito della sottoscrizione con un nuovo fornitore, può tornare a Enel Servizio Elettrico Nazionale, in quanto ha il diritto di recesso dal contratto. La liberalizzazione del mercato dell’energia ha fatto sì che si possa scegliere autonomamente l’offerta di luce e gas più adatta alle proprie esigenze. Eppure, qualora si fosse scontenti del contratto siglato con il fornitore appartenente al mercato libero, si ha il diritto di tornare in qualsiasi momento al mercato di maggior tutela. In questo articolo vedremo quali sono i vantaggi del tornare a Enel Servizio Elettrico Nazionale, come avviene il passaggio, quali sono i costi e i tempi previsti.
Perché tornare nel mercato tutelato
Il mercato di maggior tutela garantisce al consumatore una fornitura di energia secondo le condizioni economiche stabilite dall’Autorità di Regolazione per l’Energia, Reti e Ambiente, aggiornate a cadenza trimestrale. Il mercato a maggior tutela durerà fino a gennaio 2022, grazie alla proroga del Governo. C’è quindi ancora un lasso di tempo in cui valutare diversi fornitori di energia, e se non si è soddisfatti, tornare al mercato tutelato di Enel Servizio Elettrico. Allo scadere di questo periodo, i clienti che non avranno effettuato una scelta, saranno riversati tramite asta nel mercato libero, praticamente a caso. È per questo motivo molto importante fare una scelta lungimirante e che sia il più possibile vicina alle proprie necessità. È successo a molti di cadere nelle trappole di offerte speciali o di prezzi bloccati proprio perché trovare la tariffa giusta è un passaggio non proprio facile; è possibile quindi tornare al mercato tutelato finché si può e riflettere attentamente sul fornitore adeguato. Enel Servizio Elettrico Nazionale è sempre vicina ai propri clienti e offre trasparenza, tariffe bloccate, bolletta online, possibilità di accedere alla propria area riservata e controllare le spese, tutela della privacy, e molto altro.
Come tornare in Enel Servizio Elettrico
Per tornare in Enel Servizio Elettrico bisogna leggere attentamente le modalità di recesso indicate sul contratto stipulato con il fornitore del mercato libero. Solitamente di tratta di una richiesta scritta da inviare per mezzo di raccomandata A/R oppure richiederlo presso gli sportelli del fornitore. Se si è stipulato un contratto a distanza, ad esempio su internet o in un centro commerciale, è importante sapere che si hanno 14 giorni di tempo per cambiare idea: si chiama infatti diritto di ripensamento, e può essere comunicato al fornitore via fax, raccomandata o e-mail. È sempre necessario portare con sé un documento di identità, ma anche il codice POD o PDR che si trova sulla bolletta. Il secondo step riguarda il rivolgersi alla società distributiva del proprio comune: in genere si tratta proprio di contattare Enel Servizio Elettrico Nazionale che opera tramite il Gruppo Enel; ma esistono anche ACEA, A2A e Iren che sono fornitori di luce e gas a mercato tutelato con prezzo fissato dall'Autorità. I dati da trasmettere sono i soliti: nome e cognome dell’intestatario, codice fiscale o partita IVA, documento, codice POD e indirizzo completo dell'abitazione.
Quali sono i costi
Per il rientro nel mercato tutelato dell’energia il cliente deve pagare la sottoscrizione del nuovo contratto pari a 16 euro di imposta di bollo. Inoltre, ci sarà da pagare il deposito cauzionale previsto dal fornitore del mercato tutelato che corrisponde ad un massimo di 34,5 euro; il deposito sarà poi restituito al momento della cessazione del contratto. È comunque possibile evitare la spesa del deposito cauzionale se si paga con addebito in conto corrente con SEPA. L’imposta di bollo e il deposito cauzionale sono in genere addebitati sulla prima bolletta. Sul sito ufficiale di Enel Servizio Elettrico è possibile trovare la modulistica e le guide alla compilazione, nonché tutte le informazioni riguardo tariffe e costi.
Le tempistiche
Per valutare la tempistica stimata per il rientro nel mercato tutelato, bisogna tenere conto del preavviso da consegnare al fornitore per il recesso dal contratto precedente, che dipende anche dalla tipologia di utente e quindi dal tipo di impianto. Infatti se si tratta di utenza domestica, il preavviso dovrà essere di almeno 1 mese e di 3 mesi per clienti non domestici. Il conteggio dei giorni si calcola a partire dal primo giorno del mese successivo a quello del ricevimento della comunicazione di recesso.