Decarbonizzazione: cos’è?

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decarbonizzazione

Scopriamo cos’è la decarbonizzazione e come può aiutare a fronteggiare il problema del riscaldamento climatico.


Decarbonizzazione, cosa significa?

Il processo di decarbonizzazione è iniziato a seguito del surriscaldamento climatico, dovuto a sua volta all’intensificazione dell’effetto serra. La Commissione Europea ha chiesto ai Paesi UE di raggiungere nel 2050 un livello dell’80% di decarbonizzazione.

Per analizzare questo termine dobbiamo tenere in considerazione vari aspetti. Il più importante riguarda l’utilizzo dei combustibili fossili per produrre energia. I combustibili fossili, utilizzati nel mercato elettrico, sono il carbone, il petrolio, e il gas naturale. L’impiego del carbone per generare energia si è sviluppato fortemente nel ‘700, durante gli anni della rivoluzione industriale. Da qui sono iniziati i problemi causati dall'inquinamento, soprattutto nelle zone urbane. Successivamente, nel ‘900, nella fase di generazione della filiera elettrica è stato introdotto anche il petrolio.

Il tema della decarbonizzazione riguarda principalmente il rapporto tra le emissioni CO2 e il totale di energia consumata. Per comprendere bene quello di cui stiamo parlando, dobbiamo sapere che l’anidride carbonica (o biossido di carbonio) si produce attraverso la combustione di un composto organico in presenza di ossigeno. Un composto organico è un composto in cui uno o più atomi di carbonio sono uniti tramite legame covalente (mettono in comune coppie di elettroni) ad atomi di altri elementi. Il carbonio è presente in tutti gli esseri viventi. Tutti, respirando, producono anidride carbonica. Ma il problema sorge quando i combustibili fossili (petrolio e carbone), che si sono formati da organismi animali e vegetali, bruciano e formano anidride carbonica, aumentando così la sua concentrazione nell’atmosfera. Difatti, l’emissione continua di biossido di carbonio (gas serra) provoca un incremento delle temperature medie globali.

Per contrastare questo problema, un’alternativa è quella di utilizzare le fonti di energia rinnovabile e diminuire l’uso del carbone e del petrolio. Il gas naturale è consigliato rispetto agli altri due tipi di combustibili fossili poiché, bruciando, libera un minore quantitativo di CO2.

Tra le fonti di energia rinnovabile citiamo quella fotovoltaica, che sfrutta l’energia solare per generare elettricità. Ad oggi, investire nel fotovoltaico è una scelta lungimirante, sia in un’ottica di transizione energetica che di investimento sostenibile e redditizio. Per tutti gli approfondimenti riguardo l’ecologia e l’ambiente, consulta Molisenetwork.net.

Il Pacchetto Clima - Energia

A livello internazionale, nel 1997 è stato sottoscritto il Protocollo di Kyoto. Parliamo di un accordo firmato da 141 Paesi (di cui 39 industrializzati) e entrato in vigore nel 2005, dopo la ratifica della Russia. Per diventare vincolante doveva essere firmato da un numero di nazioni che producessero almeno il 55% delle emissioni inquinanti. L’obiettivo principale del trattato era quello di ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera.

Fino al 2012 ciascun Paese aderente si è impegnato a ridurre le emissioni, l’Italia aveva sottoscritto un obiettivo di riduzione emissiva del - 6,5%. L’America, responsabile del 36,2 % del totale delle emissioni, non aderì al trattato.

Periodo post-kyoto

In Europa ora tutti i Paesi membri stanno lavorando per raggiungere gli obiettivi fissati dal pacchetto Clima - Energia 2020. Questo “piano”, contenuto nella Direttiva 2009/29/CE, è stato firmato dai Paesi UE e sarà valido fino al 2020. Gli obiettivi sono:

  • ridurre del 20% le emissioni di gas serra;
  • miglioramento del 20% dell’efficienza energetica;
  • 20% del fabbisogno energetico soddisfatto da fonti rinnovabili.

Rapporto Energia e Ambiente. Scenari e Strategie 2013

Il rapporto Energia e Ambiente è un’analisi della situazione energetica nazionale redatta dall’Unità Centrale Studi e Strategie dell’ENEA. Questo volume prende in esame anche il contesto internazionale e l’impatto ambientale. Il REA è suddiviso in 4 parti: L’Analisi, i Dati, il Compendio al rapporto, Scenari e Strategie. Nella prima parte vengono analizzati gli aspetti generali del sistema energetico italiano, nella seconda parte vengono raccolti tutti i dati di riferimento, infine, l’ultima parte riguarda i possibili scenari di intervento sul fronte della ricerca e dello sviluppo tecnologico in tema di energia e ambiente.

Per l’Italia lo Scenario Roadmap 2050 propone la visione europea di uno sviluppo low-carbon, con una riduzione delle emissioni dell’80% (obiettivo fissato al 2050) con tappe intermedie di riduzione delle emissioni: di circa il 40% (entro il 2013) e il 60% (entro il 2040) rispetto ai livelli del 1990. L’ENEA con questo studio ha esplorato le condizioni attraverso le quali l’Italia potrebbe realizzare un abbattimento delle emissioni dell’80% circa al 2050. Sono state esaminate le diverse opzioni per il raggiungimento di una decarbonizzazione del sistema energetico italiano. Secondo Enea, le variabili chiave che guidano l’evoluzione del sistema sono:

  • lo sviluppo economico (evoluzione del PIL e del valore aggiunto per settore);
  • la dinamica demografica (popolazione e dimensione media delle famiglie);
  • il costo dell’energia (in particolare prezzo di mercato delle fonti energetiche tradizionali);
  • le politiche energetiche e ambientali;
  • l’intensità energetica degli stili di vita.

Cambiamento climatico Italia

Durante l’anno 2017 l’Italia ha dovuto fare i conti con uno dei possibili problemi del cambiamento climatico: la siccità. Questo è quanto riporta il rapporto presentato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente – SNPA “Gli indicatori del Clima in Italia nel 2017” pubblicato sul sito dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Il documento illustra l’andamento del clima nel corso del 2017 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia. Il clima è stato più caldo rispetto al 2016. Si sono riscontrate delle anomalie medie mensili a partire da marzo, al Nord Italia si sono registrati +3.72°C.  Su base stagionale la primavera (+2.0 °C) e l’estate (+2.8 °C) del 2017 si collocano al secondo posto tra le più calde dell’intera serie storica, dopo quelle del 2003. Secondo il rapporto ISPRA, a livello globale, il 2017 è stato il terzo anno più caldo della serie storica (+1.20 °C) dopo il 2016 e 2015. Nella Penisola, invece, l’anomalia è di +1.30°C e colloca il 2017 al 9° posto dal 1961.

Il 2017 è stato un anno caratterizzato da siccità. Il Nord Italia è dove ha piovuto meno (-70%). Durante l’estate dello scorso anno si è verificata un’anomalia media delle precipitazioni di circa -50%, mentre la primavera è stata la terza più “secca” (-35%) dopo il 1997 e il 2003.

Per ridurre l’impatto ambientale un grande contributo viene fornito dall’utilizzo delle fonti rinnovabili. Il loro impiego infatti non comporta nessun tipo di emissione di anidride carbonica e di altri agenti inquinanti. Anche nel caso delle biomasse, l’impatto sull’atmosfera è molto limitato: l’anidride carbonica emessa in fase di combustione è assorbita dalla piante che crescono, mentre le poche ceneri prodotte possono essere filtrate anziché essere liberate nell’aria. Tra le diverse tecnologie che possiamo nominare troviamo quella idroelettrica, quella degli impianti eolici ma sicuramente la tecnologia più familiare è però quella solare, con i pannelli che da anni hanno fatto la loro comparsa sui tetti delle case di tutta Italia. Vi sono due diverse  modalità per sfruttare i raggi del sole: sotto forma di calore, scaldando l’acqua di impianto posto all’aperto e poi utilizzandola dentro le abitazioni per le necessità domestiche. L’altro modo, più diffuso, è quello esporre un pannello fotovoltaico alla luce del sole e poi utilizzare un inverter per trasformare la luce in elettricità, da immettere all'interno della rete.